LA RIVIERA JONICA E LA SICILIA
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La fondazione di Linguaglossa viene attribuita ad una colonia di avventurieri che edificarono alcune case nel bosco di Castiglione e vi riposero stabile dimora. L'etimologia della sua denominazione proviene dal latino e dal greco; "lingua" in latino e "glossa" in greco hanno lo stesso significato: lingua (chiaro è il riferimento alle lingue di fuoco delle eruzioni vulcaniche). Il borgo è menzionato per la prima volta in un diploma di Ruggero del 1145. Possesso di Niccolò di Lauria e poi di Anastasia Filangeri (1320), durante il regno di Martino (1392), Linguaglossa fu infeudato alla famiglia Crisafi. Nel 1568 Isabella Crisafi cedette il borgo a Stefano Cottone che a sua volta lo diede ai Patti verso la fine del XVI secolo. Nel 1606 lo ottennero in vendita i Bonanno e Orazio, Barone di Ravenusa, lo volle insignito del titolo di principato nel 1625. Successivamente il borgo tornò al demanio e nel 1634 fu inserita tra le città regie.

Prodotti agricoli: vino, uva, nocciole. Allevamenti: ovini, caprini, bovini, equini. Industrie ed Imprese: cantine sociali, piccole industrie alimentari, fabbriche di materiali da costruzione, segherie, impianti turistici. Artigianato: lavori in legno ed in pietra lavica.

L'abitato, notevole per vistosi monumenti barocchi, conserva varie testimonianze dei secoli precedenti, come gli elementi gotici della Chiesa delle Anime Sante, innestati poi nella Chiesa (barocca) di San Francesco, che mostra interessanti elementi decorativi e strutturali. Barocche sono le Chiese di San Francesco di Paola(con una splendida facciata e, all'interno, una notevole statua gaginesca), dei Santi Antonio e Vito, dell'Annunziata e dei Cappuccini (la quale conserva un mirabile tabernacolo ligneo, intagliato ed intarsiato da P.Bencivenni nel 1710). La Chiesa Madre di Santa Maria delle Grazie, di chiara struttura barocca, risalente al 1613 conserva pregevoli opere del Minutoli, del Ferro e del Provenzani. Altri monumenti da ricordare sono la Chiesa di Sant'Egidio Abate (con uno splendido portale ogivale in pietra arenaria e pomice sapientemente scolpito), la Chiesa del Carmine, la Villa dei Vespri Siciliani e la Villa di Giovanni Milana.